Ieri mi sono fermato sui blog ( ben fatti e ben scritti ) di un paio di bloggers dichiaratamente di sinistra; una dichiarava sconsolata di non sentirsi più a casa sua, di non riconoscere più il suo paese, di temere un effetto devastante sulla società a causa di una specie di blocco, o stop che dir si voglia, che questo ultimo governo ha imposto alla nazione. Insomma un dietro front incredibile e crudele dalle posizioni e prospettive che invece negli ultimi 30 anni avevano illuminato l’Italia.
Io credo che, come sempre, dobbiamo andare a guardare indietro nel tempo, molto indietro e dobbiamo avere il coraggio di guardare la s

Cominciamo dalla COSTITUZIONE, la carta madre con cui confrontarsi, quella che detta i principi basilari della nostra convivenza. Molti la considerano un libro sacro intoccabile, una specie di Bibbia laica e venerabile: non è così. La Costituzione è il risultato finale di un compromesso molto faticoso fra culture storiche e politiche diverse ed è datata, evidentemente segnata dalla guerra e dai traumi da cui uscì l’Italia nel 45. Non posso pensare che a distanza di più di 50 anni non vi sia uno scollamento evidente tra i tempi e lo scritto; anche da sinistra, anche da parte dei più accesi sostenitori dello “spirito costituzionale” si ammette che esistono 2 costituzioni, una formale e imbalsamata ed una materiale che si modifica con le trasformazioni del nostro tempo e che ci è inevitabilmente più vicina e adeguata, riconoscibile nei fatti dei nostri giorni. La carta costituzionale va conosciuta e rispettata, la venerazione è fuori luogo. Il capo dello stato Napolitano ha chiesto rispetto per la Costituzione ma si è dimenticato dei suoi trascorsi in piazza a difendere assieme ai suoi compagni del PCI l’invasione russa dell’Ungheria. Lui stesso afferma che non si può giurare sulla Costituzione quando si hanno riserve mentali o sentimentali nei confronti di fette del passato! Ma questo è incredibile, la Costituzione fu scritta e firmata da uomini che avevano riserve mentali fortissime, uomini che parlavano di democrazia e libertà parlamentare e poi veneravano Stalin, la dittatura del proletariato e i soviet! Uomini che, a parole scritte, riconoscevano il primato della persona e i diritti individuali ma in realtà credevano al primato del partito e dei diritti collettivi. Uomini che sulla carta firmavano sul diritto inviolabile alla proprietà ma da comunisti o socialisti lo avversavano! Questa era ed è la nostra Costituzione: nata con molte riserve mentali, ideologiche, religiose e civili. Ma la cosa più strana e grave è che gli italiani si sono dimenticati tutti ( anche gli intellettuali illuminati ) che già allora la Costituzione rifletteva solo metà della realtà italiana: mezza Italia aveva votato monarchia e quindi si riconosceva nello Statuto Albertino e solo pochi anni prima nel 38 la gran parte dei cittadini aveva tributato un consenso sincero al partito fascista e in esso ancora si riconosceva come in segni di continuità sociale. La dura realtà è che siamo degli ipocriti e venerare la Costituzione prescindendo dalla storia e dalle spaccature del Paese è assurdo. Vogliamo dirlo una buona volta che è inevitabile, se non si vuol essere ipocriti, coltivare assieme a valori condivisi e regole comunemente accettate anche valori diversi e percorsi storici, sociali e biografici da rispettare? La Patria è la tradizione secolare di una terra e di un popolo non una Costituzione scritta ieri da gente divisa e accesa l’un contro l’altro; non sono le regole che guidano e suscitano l’amor patrio e quantomeno una squadra di calcio, ma le idee, i paesaggi, la vita trascorsa a coltivare la terra, l’esperienza reale di lavoro e fatica dei popoli e le loro consuetudini i loro linguaggi e la loro memoria. Infine la cosa più profonda e più sacra: il rapporto dei padri con i figli. Il padre di Walter, Vittorio Veltroni, fino al 38 radiocronista entusiasta dell'EIAR, la radio di regime, commentatore della visita di Hitler a Roma da Mussolini è esistito. On. Veltroni, era un essere abietto suo padre? Un sostenitore di criminali di cui vergognarsi? o uno sprovveduto?O non è forse vero che distinguendo l’Italia fascista fino al 38-39, separandola dalle leggi razziali e dalla guerra che ci ha massacrato si salva anche la memoria e il rispetto di larga parte della nazione e non si difende solo una piccola parte di biechi nostalgici?
L’autrice del post che non si riconosce in questa Italia o non è sincera o ama la storia artefatta ad arte per portare acqua solo ad un mulino.
Gli altri? Muoiano di fame.