“Una scuola che seleziona distrugge la cultura”, Don Milani, Lettera ad una professoressa.
Mi pare evidente che il parroco di Barbiana non si possa toccare, è lui l’idolo assoluto di molti docenti degli ultimi 30 anni, sicuramente è il totem da portare in corteo come icona antiGelmini in queste settimane di “turbolenze didattiche”.
Il libro è del 1967, l’anno prima del gran botto generazionale che ha portato ad una nuova concezione di scuola e educazione all’apprendimento; don Milani coniò anche il motto I CARE l’esatto contrario del ME NE FREGO in camicia nera. Se andate a leggere troverete altri assiomi come: “la selezione è un peccato contro Dio e contro gli uomini” oppure “Il frutto della selezione è un frutto acerbo che non matura mai.”
Negli anni 70 ci fu un tributo plebiscitario verso questa logica, negli anni 80 si cominciò a costruire il busto marmoreo del nuovo vate e poi negli anni appresso il mito prese definitivamente forma.
Io invito chi mi legge a riprendere in mano il libro – Lettera ad una professoressa- e riflettere, alla luce di questi ultimi anni maledetti, sull’effetto che i concetti espressi dal parroco di Barbiana hanno avuto sulla scuola italiana. Un Jaccuse perentorio contro le bocciature e la selezione e i professori che le adottavano, perché ogni selezione era “classista”, un vento che spazzò via tutto e tutti, anche l’idea, secondo me evidente, che se non premi i più capaci e meritevoli annulli di fatto la scuola e abbandoni i ragazzi nelle mani del caso e della fortuna. E quando manca la meritocrazia i più fortunati da sempre sono proprio i figli di papà, i ricchi che hanno più mezzi più aiuti e più conoscenze. La tanto aborrita meritocrazia, piaccia o meno, è di fatto l’unica arma di chi non possiede protettori in alto loco. Leggendo più avanti in questo vangelo della scuola nuova si possono trovare altri fiori, anche un attacco violento a un preside reo di aver dichiarato “La Costituzione purtroppo non può garantire uguale sviluppo mentale o uguale attitudine allo studio”; crocifisso!
Da questa madre sono nati gli studenti degli ultimi 30 anni e la scuola che va spesso su you tube, 3 generazioni di arroganti e presuntosi parolai ignoranti e violenti nell’intimo. Come risultato per un sacerdote non è male.
2 commenti:
concordo con te, la meritocrazia deve esserci e non solo nella scuola, stimola gli studenti e premia i lavoratori... ma forse dovremmo rifare l'Italia da capo.
Sai di cosa c'è bisogno qui? di toccare il fondo, solo così ritroveremo l'umiltà per rinascere migliori.
Mi fa piacere trovarti sulla stessa posizione ma credo, e lo dico con molta amarezza, che i danni provocati in 30 anni non siano recuperabili e che chi è stato coscientemente diseducato porterà la sua condanna nella società e nella sua vita per sempre.
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