Festa delle forze armate e dell’unità nazionale. Ma per chi?
Qualcuno ha ascoltato la più importante rete televisiva nazionale ieri sera?
“Porta a porta” è stata il paradigma di quello che è l’Italia di oggi, 4 novembre 2008: a novantanni dalla fine di una guerra terribile che ha lasciato in ogni paese e città della penisola un cippo o un monumento che ricorda uomini morti combattendo, succede che si invita Sansonetti direttore di un giornale comunista il quale esordisce dicendo che lui è contrario all’idea di patria, che vorrebbe parlare dei 2 o 3 mila fucilati per diserzione.
Succede che una medaglia d’oro al valor militare immobilizzato su una sedia rotelle lo ascolta e non gli sputa in faccia.
Succede che il coro degli alpini della Julia non si alza e se ne va. Succede che uno storico ( non ricordo il nome ma poco importa ) fa un discorso teso a dimostrare l’aggressione italiana all’Austria.
Succede che Bruno Vespa conduce con la consueta e immobile perizia e il ministro della difesa ascolta cose orrende senza alcun apparente sdegno.
I monumenti ai 600 mila caduti della grande guerra giacciono coperti dalla polvere dell’oblio, dal disonore di una festa mancata ( dov’è la data segnata in rosso? ) . Ma la cosa più terribile di tutte è la mancanza di memoria in quelle generazioni che oggi hanno dai 16 ai 25 anni, E QUANDO IN UN PAESE SCOMPARE IL LEGAME COL PASSATO DELLE GIOVANI GENERAZIONI, QUANDO LA PAROLA PATRIA E SACRIFICIO NON E’ PIU’ DI MODA, ALLORA QUEI RAGAZZI DI 90 ANNI FA SONO MORTI INVANO. ALLORA L’UNITA’ NAZIONALE E’ UNO SBERLEFFO, UN DIALETTO DIVERSO DA AGRIGENTO A UDINE.
Io mi vergogno di questa pseudo nazione e il Piave non ha più nulla da mormorare: lo straniero è in casa.
Qualcuno ha ascoltato la più importante rete televisiva nazionale ieri sera?
“Porta a porta” è stata il paradigma di quello che è l’Italia di oggi, 4 novembre 2008: a novantanni dalla fine di una guerra terribile che ha lasciato in ogni paese e città della penisola un cippo o un monumento che ricorda uomini morti combattendo, succede che si invita Sansonetti direttore di un giornale comunista il quale esordisce dicendo che lui è contrario all’idea di patria, che vorrebbe parlare dei 2 o 3 mila fucilati per diserzione.
Succede che una medaglia d’oro al valor militare immobilizzato su una sedia rotelle lo ascolta e non gli sputa in faccia.
Succede che il coro degli alpini della Julia non si alza e se ne va. Succede che uno storico ( non ricordo il nome ma poco importa ) fa un discorso teso a dimostrare l’aggressione italiana all’Austria.
Succede che Bruno Vespa conduce con la consueta e immobile perizia e il ministro della difesa ascolta cose orrende senza alcun apparente sdegno.
I monumenti ai 600 mila caduti della grande guerra giacciono coperti dalla polvere dell’oblio, dal disonore di una festa mancata ( dov’è la data segnata in rosso? ) . Ma la cosa più terribile di tutte è la mancanza di memoria in quelle generazioni che oggi hanno dai 16 ai 25 anni, E QUANDO IN UN PAESE SCOMPARE IL LEGAME COL PASSATO DELLE GIOVANI GENERAZIONI, QUANDO LA PAROLA PATRIA E SACRIFICIO NON E’ PIU’ DI MODA, ALLORA QUEI RAGAZZI DI 90 ANNI FA SONO MORTI INVANO. ALLORA L’UNITA’ NAZIONALE E’ UNO SBERLEFFO, UN DIALETTO DIVERSO DA AGRIGENTO A UDINE.
Io mi vergogno di questa pseudo nazione e il Piave non ha più nulla da mormorare: lo straniero è in casa.
3 commenti:
la memoria storica aiuta a non rifare gli stessi errori, voglio avere fiducia altrimenti c'è da piangere. Buona giornata ^_^
NADIA- Grazie, ricambio. Io non piango più e non nutro alcuna fiducia. Su cosa dovrei basarla? Ci sono aspetti della vita personale e sociale che non dovrebbero essere appanaggio di questa o quella forza politica; questioni da risolvere nel rispetto enell'ottica di sentimenti più nobili e alti e non nell'odio politico o di classe. In Italia non è così, non è mai stato così! Basta guardarsi attorno (anche nei blog. Questa è la ragione di un forte desiderio di sparire: se non sei più rappresentato e non riesci a rappresentarti da solo sparire può essere una logica scelta.
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