giovedì 20 novembre 2008

SIPARI

Qualcuno ha parlato di dolcezza ed io avevo voglia di fuggire. Chissà perchè nominarla un po' la fa sfiorire. E' così delicata, fragile come un merletto, sottile come un pensiero al mattino, indimenticabile quanto rara. La mia dolcezza di ieri era questa, quella di domani sarà un ricordo. Mi ripropongo perchè nonostante tutto ancora ci penso:



SIPARI

Di mattina ti guardo anche se

da tempo non sei più qui.

Mi muovo fra le pieghe di quel che

eravamo: il viso serio, le labbra ferme,

gli occhi abbassati.

Devo essere uno spettacolo curioso

per chi guarda libero dalla mia malattia

e incomprensibile.

Io attraverso le scene della nostra vita

e c'è sempre qualcosa fuori posto;

muovo gli oggetti del cuore

in modo diverso,

dispongo la curiosità d'esistere

in altra direzione.

Ma c'è sempre qualcosa fuori posto

uno spigolo, un grosso armadio,

una traccia,

un camuffamento mal riuscito,

un'urgenza crudele,

intromissioni tra un sipario e l'altro.

L'ultima scena è sempre vuota.

2 commenti:

NP ha detto...

ho lasciato un commento per te nel blog di Annagi ma ora leggendo queste parole mi sento quasi indelicata.
Devi essere una persona molto sensibile e devo dire che sempre più frequentemente mi rispecchio in quello che scrivi, ti auguro ogni bene e tanta tanta tenerezza ^_^

VIRI ha detto...

@NADIA- Il web è il regno dell'immaginazione, in fondo pensare o supporre che quel che leggi sia realtà è naturale: lasciar volare i pensieri è una delle poche libertà che ci restano Nadia e, fra queste, la più segreta. Io so perfetamente quel che sono e talvolta lo dico in giro ma non ci crede nessuno; gli auguri li ricambio di cuore...credo che ne abbia bisogno anche tu.